lunedì 13 ottobre 2025
La sinistra italiana si è persa in un delirio ideologico, idolatrando Francesca Albanese, la relatrice Onu che trasforma la causa palestinese in un’arma contro Israele e l’Occidente. Questo non è progressismo: è un’ode velenosa al terrorismo, intrisa di antisemitismo e rifiuto dei nostri valori. Mentre Donald Trump ha piegato Hamas e portato la pace in Medio Oriente, Albanese e Greta Thunberg, reginetta delle crociate da social, affondano in flottiglie inutili e slogan che giustificano l’orrore.
Israele ha diritto di esistere. È un baluardo di libertà, nato dalle ceneri della Shoah, circondato da chi vuole cancellarlo. Negarlo è negare la storia, è antisemitismo puro. Ma la sinistra, stregata da Albanese, si inchina a una narrazione che dipinge Israele come il male e i terroristi come eroi. Albanese ha detto che i terroristi “vanno capiti”. Capiti? Gli assassini di Hamas, che massacrano bambini, rapiscono anziani, lanciano razzi su città, non meritano empatia: meritano di essere schiacciati. Sono criminali, non vittime. Ogni loro atto – stragi, sequestri, attacchi indiscriminati – è un affronto che va distrutto, non giustificato. Chi li difende, anche con una parola, tradisce la civiltà.
La sinistra si è innamorata di questa follia. Piazze piene di kefiah, sindaci del Partito democratico che offrono premi, cittadinanze onorarie come se Albanese fosse un’icona di giustizia. Ma è un inganno: le sue flottiglie, come la Global Sumud Flotilla, sono naufragate in un mare di propaganda fallita, bloccate e rispedite indietro. Thunberg, espulsa da Israele dopo pose da martire, ha twittato accuse di torture ignorando gli ostaggi torturati da Hamas. Albanese, con i suoi video di droni e teorie di complotti, alimenta un antisemitismo che osa zittire Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, come fosse un’ignorante. È un’arroganza che offende: una sinistra che ripudia l’Occidente, le sue libertà, la sua storia, per un’utopia violenta che giustifica il sangue.
La pace, però, è realtà. Non grazie alle sceneggiate di Albanese o Thunberg, ma per il pugno di ferro di Trump. Il suo piano ha costretto Hamas a cedere, liberare ostaggi, disarmare. Qatar ed Egitto si sono allineati, Israele respira. È il trionfo del pragmatismo sul fanatismo. E Giorgia Meloni? Una leader vera. Mentre la sinistra si perde in culti tossici, lei ha lavorato in silenzio, tessendo diplomazia con Israele e i partner arabi, sostenendo la pace di Trump. Niente proclami, solo fatti. Questa sinistra è un disastro morale. Innalzare Albanese significa benedire il terrorismo, umiliare la memoria ebraica, tradire l’Occidente. Basta miti sbagliati. I terroristi si annientano, senza “se”. Israele vive, forte e libero. La pace di Trump è la via, e Meloni la segue. La sinistra, invece, si perde nelle sue flottiglie di propaganda, inseguendo un delirio che non salva, ma distrugge.
di Mario Riberi