venerdì 1 agosto 2025
Roberto Occhiuto si dimette e rilancia. Il presidente della Regione Calabria, indagato per corruzione dalla Procura di Catanzaro, ha deciso di ricandidarsi. “Tra qualche settimana saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri” spiega in un video postato sui suoi social. A spingerlo alle dimissioni è il tentativo di bloccare le opere che si stanno realizzando nella Regione. “Chi vorrebbe fermarle, la magistratura? No – dice – non ce l’ho con la magistratura. Non cambio idea: ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D’altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall’inchiesta giudiziaria”. Il governatore, infatti, così come aveva chiesto subito dopo avere ricevuto l’avviso di proroga della indagini, la settimana scorsa è stato interrogato dai pm. Un confronto dal quale era uscito “soddisfatto e molto sollevato”. “Penso di aver chiarito tutto e confido in una velocissima archiviazione” aveva detto ai giornalisti all’uscita dalla Procura.
L’ira di Occhiuto, dunque, non è con i pm ma con “tutti questi politici di secondo piano, che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l’ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l’ho con questi che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così”. Quindi dimissioni ed elezioni, per non farsi “uccidere” politicamente rimanendo impantanato in una situazione di stallo. Tuttavia, pur convinto che “non ci si debba dimettere per un avviso di garanzia”, Occhiuto spiega di dover fare i conti con la sua Amministrazione dove adesso “nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti”.
E ricorda come “negli ultimi trent’anni in Calabria, nell’ultimo anno o anno e mezzo di legislatura, i presidenti venivano coinvolti in un’inchiesta giudiziaria, poi magari venivano archiviati, finiva tutto quanto in niente, però venivano decapitati politicamente, e si fermava la legislatura. Anzi, per un anno si parlava soltanto di questo”. E questo, dice sicuro, “la Calabria non se lo può consentire” perché la regione “ha avviato un percorso che finalmente la sta facendo diventare una Regione che non è più in ginocchio rispetto alle altre Regioni d’Italia”. L’annuncio delle dimissioni, tra l’altro, giunge alla vigilia della tre giorni sul Sud che da oggi a domenica vedrà riunito a Reggio Calabria il gotha di Forza Italia, con il segretario nazionale e vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ministri, sottosegretari e parlamentari azzurri.
Il partito si stringe attorno al governatore. Secondo il presidente dei senatori forzisti Maurizio Gasparri, “l’indagine su Occhiuto non riguarda la Regione. Aveva una società privata che ha chiuso, separandosi da un altro socio. C’è un’inchiesta in corso, vedremo come andranno le cose, ma non si tratta di un problema che coinvolga la gestione regionale. Poiché questa situazione genera incertezza, Occhiuto ha informato i leader della coalizione della sua intenzione di dimettersi e di ricandidarsi. Credo che tutta la coalizione abbia già garantito il proprio sostegno, quindi si andrà presto al voto. L’inchiesta farà il suo corso, ma qui entra in gioco anche un altro tipo di giudizio: non quello di Gasparri o di Conte, ma quello degli elettori. Gli elettori non sono un tribunale, ma rappresentano comunque uno strumento di valutazione democratica. Se vorranno cambiare, potranno farlo scegliendo altri candidati. Occhiuto si sottopone così a un doppio giudizio: quello della magistratura, che proseguirà, e quello democratico, che rappresenta un momento di verifica. Se i cittadini vorranno cambiare, avranno l’occasione per farlo, lui si rimette in gioco e vincerà questa sfida”.
Per il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, “le dimissioni di Roberto Occhiuto da presidente della Regione Calabria costituiscono un atto di altissima (e rara) sensibilità politica oltre che di rispetto per i calabresi. La preminenza del primato della politica e della democrazia rispetto alla sottomissione al sospetto è privilegio che solo un uomo libero e perbene come Occhiuto può permettersi: una lezione esemplare per giustizialisti e opportunisti da parte di un amministratore che ama la sua terra e che i calabresi ricompenseranno con il loro consenso”.
di Manlio Fusani