“L’odio antisemita ha raggiunto livelli preoccupanti”, parola di Alberto Belli Paci

giovedì 3 luglio 2025


Alberto Belli Paci, il primogenito di Liliana Segre, si definisce “un liberaldemocratico, che crede nel dialogo ed è impegnato a costruire ponti”, “tra nemici”. A 72 anni, dopo una carriera da export-manager ed un impegno pluridecennale nel progetto Rondine (la cittadella della pace di Arezzo visitata anche dal presidente Sergio Mattarella), Belli Paci ha deciso di aderire a Forza Italia.

Nell’intervista riportata da Il Giornale, ha sottolineato: “L’odio antisemita ha raggiunto livelli preoccupanti. Anche per questo trovo inaccettabile la narrazione solo in chiave anti-Israele che ormai è dilagante”.

Forte della sua esperienza con ragazzi provenienti da diversi Paesi, spesso in guerra tra di loro, dove ha potuto però toccare con mano il potere del dialogo e del confronto, non può che mettere l’accento su uno degli aspetti più inquietanti ed inaccettabili che affligge il nostro tempo: “la narrazione mediatica”.

Come spiega lui stesso: “Sono figlio di una persona che ha passato una vita a promuovere la pace, con grande dignità, e a combattere i discorsi d’odio e l’antisemitismo. Con angoscia assisto dunque a una distorsione dei fatti e a un racconto a senso unico, sempre con un solo colpevole. Guardo sbigottito a un continuo martellamento contro gli israeliani, dipinti come uno Stato di assassini, per le scelte o le colpe di un governo che non necessariamente sono condivise da tutti. Trovo grave che lo Stato di Israele sia dipinto come unico colpevole dei mali del mondo, col risultato che, a cascata, anche gli ebrei vengono considerati tali per definizione. Non dimentichiamo che buona parte della popolazione di Israele è figlia di persone che hanno subito la tragedia della Shoah. È doloroso che si ribalti la storia”.

Certo che condanna la guerra a Gaza, forse proprio per questo insiste: “Deploro quanto sta accadendo ma altrettanto fermamente vorrei che venisse dichiarato che gli avversari lì sono due, non solo uno, sempre lo stesso”. E aggiunge: “Vorrei che i media raccontassero i fatti citando le fonti, vorrei che dicessero per esempio che le basi di lancio di missili di Hamas sono intenzionalmente posizionate sotto scuole e ospedali, con profondo disprezzo per la vita dei palestinesi, usati come scudi umani. Sono allineato con il messaggio di pace di mia madre, che da sempre predica il rifiuto della violenza e dell’odio da qualunque parte provenga, salvaguardando il diritto di ogni persona a vivere in pace rifiutando la violenza e la sopraffazione, ma nel rispetto della storia e della verità dei fatti, non su interpretazioni di parte spesso manipolate per creare audience”.

Lo sconcerto maggiore nasce dal fatto che questo tipo di manipolazione mediatica sia assecondata dalla sinistra in particolare: “La sinistra mi pare tutta schierata dietro la bandiera palestinese e adopera questo spauracchio di Israele per compattarsi, a scapito della coerenza. Anche in occasione della guerra contro le basi nucleari iraniane lo ha fatto, dimenticando quanto quel regime teocratico sia contrario ai diritti delle donne e degli omosessuali, diritti per cui la sinistra sostiene di battersi”.

Ecco, a buon intenditor, poche parole.


di Claudia Diaconale