lunedì 9 giugno 2025
Una banalità? Forse ma non per la sinistra
Il Decreto Sicurezza, recentemente approvato dal Senato, è stato fortemente criticato dalle opposizioni. Molte le motivazioni addotte, tra le quali la virata verso l’autoritarismo, la rimozione della possibilità di protestare e criticare il Governo, la creazione di nuove fattispecie di reato senza andare alla radice dei problemi e, non da ultimo, l’intenzione della destra (o delle destre, al plurale, come dicono i “buoni e giusti”) di “criminalizzare chi delinque”, come detto in televisione dal direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Certamente il Decreto può – e deve, come sempre avviene in democrazia – essere criticato. Ma le motivazioni di cui sopra esprimono un distacco, uno scollamento netto e colpevole, della sinistra con la gente comune, non solo quella delle periferie. Uno dei punti più salienti per i cittadini è la norma contro le occupazioni di immobili destinati “a domicilio altrui”. La misura prevede un inasprimento della pena che arriva fino a sette anni di reclusione, per chi attivamente effettua l’occupazione e anche per chi aiuta l’occupante. In secondo luogo, è prevista una procedura accelerata di sgombero degli occupanti.
Infine, il reato diventa perseguibile d’ufficio quando le vittime sono soggetti deboli quali infermi o incapaci per anzianità. Misure come questa, sebbene considerate populiste e autoritarie dai benpensanti, rappresentano un aiuto concreto ai cittadini deboli o in difficoltà. Sottolineano soprattutto la priorità di rafforzare e proteggere i diritti delle vittime rispetto a quelli degli aggressori. In particolare, queste misure consentono ai cittadini di esercitare la propria libertà, che risulta impossibile senza sicurezza. Che la sicurezza sia fondamentale per l’esercizio della libertà individuale non è una tesi nuova, bensì risulta fortemente radicata nel pensiero occidentale di svariati filosofi e teorici politici. Thomas Hobbes nel Leviatano ben spiega che la sicurezza, nella forma di un’autorità sovrana che fa rispettare il contratto sociale tra cittadini, è necessaria per qualsiasi forma di libertà. Da una prospettiva più liberale, John Locke afferma che diritto alla vita, libertà e proprietà privata richiedono sicurezza, esercitata e garantita dalle istituzioni che facciano rispettare le leggi. La sicurezza e la certezza del diritto rappresentano prerequisiti per la libertà individuale secondo Immanuel Kant. Si potrebbero citare anche Isaiah Berlin e molti altri. Forse la sinistra dovrebbe seguire John Rawls e interessarsi ai cittadini e alla necessità che questi godano di beni “primari” per esercitare la propria libertà. Tra questi beni primari di certo v’è la sicurezza. Ergo, prima di liquidare nei dibattiti televisivi chi parla di sicurezza come populista o fascista, la sinistra farebbe bene a (ri-)studiare questi autori per comprendere che la sicurezza è un diritto sociale fondamentale.
di Samuele Murtinu