martedì 27 maggio 2025
È probabile sia pretestuosa la risposta della Federazione russa all’offerta del Romano Sommo Pontefice, Leone XIV, di mediazione per trattare la pace in Ucraina. Essa è giunta per bocca del suo ministro agli Affari esteri Sergej Viktorovič Lavrov. È respinta in quanto il Vaticano, Stato assoluto cattolico, è sede inadeguata per una trattativa per la cessazione di un conflitto tra due Stati a maggioranza cristiana ortodossa. È uno, però, dei tanti cortocircuiti provocati, nell’età contemporanea, ogni qual volta entrano in contatto due polarità dello spirito umano agli estremi, la politica e la religione. Le menti, allora, si surriscaldano, ed è più probabile ne scaturiscono conflitti che accordi. È tale consapevolezza ad aver spinto menti illuminate, nel periodo di guerre e lotte intestine tra cattolicità e riforma protestante nella Gran Bretagna del 1600-1700, ad adoperare l’usanza della corporazione dei costruttori di accettare, nelle loro logge, signori non dell’arte per poter incontrarsi, oltre i conflitti religiosi e politici.
Del resto era già accaduto in Scozia, a Kilwinning, coi cavalieri della flotta templare colà riparata per sfuggire alla persecuzione, nel Regno di Francia, da parte del Re, Filippo il bello, e del pontefice avignonese Clemente V. Altro cortocircuito fra politica e religione. Così si giunse al 1717, quando alcune logge londinesi si riunirono in Gran Loggia, dando origine alla massoneria moderna. Ciò ebbe l’effetto immediato di avviare un nuovo jus gentium. Benjamin Franklin propose al governo britannico, nel 1783, d’inserire nel trattato di pace con gli Stati Uniti d’America, l’obbligo, in caso di guerra, di non turbare coltivatori, pescatori, mercanti e trafficanti nelle navi disarmate, artigiani e operai abitanti le città aperte, ed il rispetto degli ospedali nemici e fosse vietato il saccheggio. La proposta non venne accolta da Sua Maestà Britannica. Il punto venne inserito, invece, dal Re di Prussia Federico II in un trattato con gli Stati Uniti d’America negoziato con Benjamin Franklin, Thomas Jefferson e John Adams.
La limitazione del diritto internazionale agli Stati cristiani tramontò con due trattati firmati da George Washington: il 4 novembre 1796 col Bey di Tripoli per garantire il Bey di Algeri; il 3 gennaio 1797 di pace ed amicizia fra Usa e Tripoli. I fatti della Seconda Guerra mondiale e adesso in Ucraina, a Gaza, in Siria, in Congo eccetera, ci narrano comunque di questi principi disattesi. Intanto, in Occidente il movimento d’emancipazione femminile e le lotte sociali, prodotto della nuova stratificazione cetuale frutto della rivoluzione industriale, provocavano nuovi conflitti, internazionali ed infranazionali. Nel 1875, a New York, Helena Petrovna Blavatsky e il colonnello Henry Steel Olcott istituirono la Società teosofica, per fondare un nucleo di fratellanza universale senza distinzioni di razza, religione, sesso, casta e colore. Il 4 aprile del 1843 venne costituito a Parigi, su impulso di Maria Deraismes e Georges Martin, Le Droit Humain, il più antico Ordine massonico misto della storia, e che apri nuove frontiere per affermare i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza tra persone, classi e popoli.
Annie Besant, già libera pensatrice ed attivista sindacale, sostenitrice dei diritti delle donne, aderì alla Società teosofica e, nel 1902, fondò la prima loggia dell’Ordine massonico misto internazionale Le Droit Humain in territorio inglese, a Londra, e molte delle successive. Restò un alto esponente dell’Ordine per tutta la vita e nel corso degli anni istituì nuove logge in molte parti dell’Impero britannico. Nel 1907 divenne presidente della Società teosofica, la cui sede centrale si trovava, ed è ancora lì, ad Adyar, in India, nella provincia del Chennai. Besant ne rimase alla guida fino alla sua morte. Intanto, mentre l’Europa travolse il mondo nella Grande guerra del 1914, molti soldati al fronte vennero attratti dalla lettera di Édouard Schuré, sopratutto de “Les Grands Initiés. Esquisse de l'histoire secrète des religions”, uscito nel 1889 e ormai tradotto in molte lingue.
Questo il ricco substrato spirituale sul quale, finita nel 1915 la prima fase della immensa guerra civile europea, venne fondata, nell'ambito della conferenza di pace di Parigi del 1919, formalmente il 28 giugno 1919 con la firma del trattato di Versailles, la Società delle nazioni. Principale promotore ne fu Thomas Woodrow Wilson, 28° presidente degli Stati Uniti d’America, partecipe consapevole di quei fermenti dello spirito e dell’anima. Sfortunatamente, in patria un Parlamento travolto da malumori isolazionisti, non ratificò quel trattato istitutivo, e idem la Russia, in piena rivoluzione bolscevica. Così quella Lega delle nazioni, privata dell’adesione dei due Stati emergenti sul globo terraqueo, non poté arginare i rigurgiti illiberali travolgenti gli Stati del continente europeo.
Con quell’organizzazione universale tramontò anche il piano, fatto proprio da Aristide Briand e Gustav Stresemann, e promosso da Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, di Unione paneuropea, riattualizazione di quegli Stati Uniti d’Europa proposti da Giuseppe Garibaldi e Victor Hugo nel secolo precedente. Sempre portatori di quell’iniziazione al libero pensiero. Dopo la tragedia della Seconda Guerra mondiale riprese il moto verso l’organizzazione internazionale ed una costituzione supernazionale, con l’Organizzazione delle Nazioni unite e le sue agenzie specializzate, il Consiglio d’Europa, le Comunità europee settoriali poi unificatesi fino all’attuale Unione europea. Questo moto è accompagnato dalla statuizione universale dei diritti umani e delle loro garanzie supernazionali.
Le democrazie però, le antiche come le contemporanee, sono soggette alle incursioni dei politicanti i quali, al contrario dei politici seri, invece di operare per elevare la cultura popolare, mirano a facili consensi coll’uso di frustrazioni individuali e collettive. Sui Soloni e sui Pericli, spesso emergono i Pisistrati, gli Ippia e gli Ipparco. Sfruttano, in sostanza, il complottismo: accusano di oscure trame per coprire le loro. Il pubblico di quelli che non praticano lo sport, ma tifano in pantofole davanti al televisore e non leggono per farsi una cultura politica perché fa male alla testa, li prende a loro idoli.
Le zuffe tra tifoserie e le guerre, se viste dal basso, sono sfoghi degli stessi stati dell’anima. Le organizzazioni internazionali e le istituzioni supernazionali, con i loro tribunali, si beccano i fischi rivolti agli arbitri. Quando Vladimir Vladimirovič Putin ordinò alle truppe, ufficialmente schierate in Bielorussia, di cominciare ad invadere l’Ucraina la Federazione russa, entrata nel Consiglio d’Europa allorché crollò l’Unione sovietica, come primo atto se ne uscì. La via per la pace tra le Nazioni sta nel risolvere tensioni e conflitti con gli strumenti dell’organizzazione internazionale, in un clima spirituale moderno.
di Riccardo Scarpa