“La libertà sia stella polare dei liberali e liberisti italiani”

lunedì 19 maggio 2025


Pubblichiamo qui di seguito l'intervento di Enzo Palumbo, presidente di Democrazia liberale, al primo congresso nazionale dei Liberisti italiani.

“La libertà è la stella polare che accomuna le forze liberiste e liberali. Sono qui come presidente di Democrazia liberale, ma anche come cittadino convinto che, in un Paese ancora soffocato da statalismi asfissianti e burocratismi ottusi, il messaggio liberale è oggi più necessario che mai. Il liberismo è una cura imprescindibile per un Paese che continua ad avere dosi significative di statalismo, con aziende sottoposte a mille lacci, dal golden power in giù, con una marea di sussidi che alterano il libero mercato, col paternalismo di Stato che ci ha dato col 110 per cento un emblematico esempio di come si possano favorire pochi, già privilegiati, a spese di tutti. Cito Friedrich von Hayek: La strada verso la servitù è lastricata di buone intenzioni stataliste. Ogni passo in cui affidiamo allo Stato ciò che spetta allindividuo, ci avvicina alla perdita della libertà.

Il nostro obiettivo è invece un mercato libero, in cui si possa dire, con Adam Smith, che Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse, e in questo processo spontaneo contribuiscono involontariamente al benessere collettivo, come se fossero guidate da una mano invisibile. In ogni caso mi preme precisare che il liberalismo è più ampio del solo liberismo economico. La libertà di mercato, pur fondamentale, ha bisogno di un contesto più vasto: il ruolo della Legge, la divisione dei poteri, la contendibilità e il controllo del potere, le autonomie locali, la tutela dei diritti civili e politici, la difesa della dignità della persona, il pluralismo politico, la tolleranza per i diversi.

Per noi, la società aperta si fonda su tre pilastri inscindibili: libertà economica, politica e personale. Lo insegnavano Luigi Einaudi, Karl Popper, Hayek e Benedetto Croce. Nessuno di loro riduceva la libertà al solo mercato. È dunque necessario unire sempre più le forze di tutti i liberali e liberisti. Perché nessuna libertà è piena se è parziale. E quindi, la battaglia per un’Italia libera dallo Stato invasivo deve procedere insieme alla battaglia per una società più giusta, dove la persona, le sue scelte e i suoi diritti siano davvero al centro dell’agire politico. Il liberismo è parte di questa battaglia, ma non è il tutto. Il liberalismo è una visione più alta, più ambiziosa: è la difesa integrale della persona. Dunque un liberale ha il dovere di garantire pari opportunità, di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai talenti di emergere, come richiede la nostra Costituzione.

Liberalismo vuol dire mercato, ma anche mobilità sociale. Vuol dire concorrenza, ma anche pari condizioni di partenza. Vuol dire libertà d’intraprendere e di godere il frutto delle proprie azioni, Ma anche responsabilità verso chi resta indietro senza colpa. È questa la visione politica su cui ci sentiamo impegnati, consapevoli che le istituzioni liberali che non si pongono il problema di come affrontare e risolvere le questioni sociali più rilevanti finiscono per scollegarsi dal contesto in cui operano e rischiano di deperire, come sta avvenendo in tanti Paesi, anche quelli considerati di più antica e consolidata democrazia liberale”.


di Enzo Palumbo