lunedì 12 maggio 2025
È sempre più diffusa la coscienza della necessità di un’Unione europea politicamente più forte. Ne è un segno anche la grande attenzione che quest’anno è stata data alla Festa dell’Europa, celebrata lo scorso 9 maggio in tutti i 27 Stati membri dell’Ue. Sono trascorsi 75 anni dalla storica dichiarazione con cui Robert Schuman, proponendo la produzione comune di carbone e acciaio, creava l’embrione di Unione europea. In questo momento storico le forze politiche più responsabili sentono l’esigenza, urgente ed ineludibile, di dare un ulteriore impulso alla coesione europea per evitare che sia ininfluente nella convulsa dinamica geopolitica, che caratterizza questo momento storico, in cui l’orizzonte della pacifica collaborazione tra i popoli è compromesso, la politica di pace in crisi e il confronto tra mondo democratico e quello illiberale è sempre più serrato.
E proprio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, guardando al futuro, ha sottolineato che “solo attraverso sforzi creativi e proporzionati ai pericoli che incombono, potremo preservare l’ideale di un’Europa forte, giusta e pacifica, baluardo di speranza per le generazioni future”. Le sfide che l’Occidente deve affrontare non possono essere lasciate esclusivamente sulle spalle degli Stati Uniti. L’Unione europea deve saper fare la sua parte. Mattarella ha parlato di un “cambio d’epoca”, di “rischi per l’umanità intera”, e ha messo in evidenza che sono attaccati “gli stessi valori delle liberal-democrazie europee e occidentali, con il contributo importante che hanno recato a una pace basata sul rispetto di ciascun popolo e su comuni prospettive di sviluppo”. In questo quadro politico internazionale le decisioni dell’Ue saranno determinanti perché, ha spiegato Mattarella, “è una sfida di proporzioni incommensurabili: per originalità rispetto alle forme usuali di cooperazione tra Stati nazionali; per l’ingente capitale di fiducia reciproca richiesto a chi sceglie di parteciparvi; per la portata delle innovazioni istituzionali necessarie alla sua realizzazione; e per la determinazione richiesta alle classi dirigenti nel superare gli inevitabili ostacoli che derivano da tanta complessità”.
La Festa dell’Europa si è anche caratterizzata per una notevole partecipazione del movimento politico fondato da Silvio Berlusconi con una mobilitazione di piazza, confermando la sua natura fortemente europeista. A Roma, nel corso di una manifestazione organizzata da Luisa Regimenti, segretaria del coordinamento romano di Forza Italia, alla presenza del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, dell’eurodeputato Salvatore De Meo, degli eletti alla Regione Lazio e al Comune e con la partecipazione di molti militanti, è intervenuto il leader del partito, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani che, in perfetta sintonia con il presidente della Repubblica Mattarella, ha spiegato che “l’Europa è un grande ideale, è la nostra identità. Difende il diritto internazionale e la libertà. Senza Europa non si va da nessuna parte, anche nella trattativa con gli Stati Uniti che sono i nostri principali alleati”.
I ragionamenti di Mattarella e di Tajani ci fanno riflettere sul futuro di un’Unione europea che voglia essere presente in modo determinante nell’attuale contesto internazionale. L’Europa deve saper fare un altro e decisivo passo in avanti: avere un’unica difesa e una sola politica estera, proprio come auspicavano i padri fondatori. L’alternativa sarebbe quella di vivere come un’entità politica “invertebrata” e marginale.
di Pier Ernesto Irmici