mercoledì 18 giugno 2025
AliExpress ha peccato, ma verranno premiati i suoi sforzi. Il colosso cinese dell’e-commerce è stato accusato dall’Unione europea – in via preliminare – di aver violato il Digital service act (Dsa). La stessa Ue, però, ha approvato i piani dell’Amazon cinese per rientrare nei ranghi dei regolamenti dell’Eurozona. A seguito di un’indagine approfondita aperta il 14 marzo 2024, è risultato che il colosso del web avrebbe violato l’obbligo previsto dalla legge europea sui servizi digitali di valutare e mitigare i rischi legati alla diffusione di prodotti illegali. Lo ha comunicato la Commissione in una nota. L’Esecutivo Ue ha anche accettato e reso vincolanti una serie di impegni proposti da AliExpress per risolvere una serie di problemi, come la trasparenza della piattaforma sulla pubblicità e i sistemi di raccomandazione.
Gli impegni prevedono inoltre una tracciabilità più rigorosa dei venditori attivi sulla piattaforma e l’accesso ai dati pubblici da parte dei ricercatori. Si tratta di misure giuridicamente vincolanti. Qualsiasi violazione degli impegni assunti da AliExpress costituirebbe un’infrazione del Dsa, esponendo la piattaforma a sanzioni immediate. Parallelamente, con una seconda decisione, la Commissione ha stabilito in via preliminare che AliExpress abbia effettivamente disatteso uno degli obblighi centrali imposti dalla normativa europea: la valutazione e mitigazione dei rischi legati alla commercializzazione di prodotti contraffatti o non conformi agli standard di sicurezza dell’Ue. In particolare, l’esecutivo ha riscontrato gravi lacune nell’applicazione delle sanzioni contro i venditori recidivi e una moderazione proattiva dei contenuti ritenuta inefficace, che permetterebbe a commercianti malintenzionati di aggirare le regole della piattaforma. Se confermato, il giudizio preliminare porterà a una dichiarazione di non conformità. A quel punto, AliExpress sarà formalmente obbligata a presentare entro tempi definiti un piano d’azione per porre rimedio alle violazioni. Che però è già pronto e sembrerebbe de facto approvato dalla Commissione europea.
La vice presidente della Commissione Henna Virkkunen, responsabile per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha così commentato: “Le azioni intraprese oggi dimostrano la forza del Digital services act nel creare un ambiente online più sicuro ed equo. Siamo stati in grado di adottare misure concrete per garantire un elevato livello di sicurezza per i cittadini dell’Ue, mantenendo al contempo parità di condizioni per le piattaforme e i commercianti nel mercato” dell’Eurozona. E ancora: “L’impegno di AliExpress per diventare una piattaforma online più sicura per gli utenti, più equa per i commercianti legittimi e migliore per tutti” è stato accolto favorevolmente dalleEsecutivo. Secondo un funzionario di Palazzo Berlaymont, si tratta di “una delle indagini più costose aperte nei confronti di una piattaforma online molto grande”, con risvolti rilevanti non solo sul piano commerciale, ma anche su quello regolatorio e politico in relazione ai rapporti tra l’Ue e la Cina.
Sulla vicenda AliExpress, con una nota ufficiale, ha precisato di aver “collaborato in modo proattivo e costante con la Commissione europea sin dall’inizio di questo processo e continueremo a farlo con lo stesso impegno. Come evidenziato dall’annuncio odierno, la Commissione ha riconosciuto il nostro approccio responsabile volto a garantire un elevato livello di protezione dei consumatori e di trasparenza, come dimostrano l’ampiezza e la portata degli impegni volontari da noi proposti e concordati. Ribadiamo il nostro pieno impegno nel rispettare il Regolamento sui servizi digitali e nell’attuare tutte le misure concordate. Siamo fiduciosi che, attraverso un dialogo costruttivo e continuativo con la Commissione europea, sarà possibile affrontare in modo efficace ogni eventuale criticità residua. AliExpress resta fortemente impegnata a offrire un marketplace sicuro e conforme per i consumatori in Europa e nel resto del mondo, nel pieno rispetto delle normative vigenti nei mercati in cui opera”.
di Redazione