Corruzione in Ucraina: è legittimo avere delle riserve

martedì 18 novembre 2025


Lo scandalo sulle presunte corruzioni in Ucraina da parte di importanti ministri del governo e in precedenza dagli alti gradi dell’esercito, hanno seriamente compromesso l’immagine del presidente Volodymyr Zelenky in Occidente e messo in serio imbarazzo le cancellerie europee che devono finanziare l’acquisto di armi negli Stati Uniti da regalare all’Ucraina.

Non è facile, per i leader dell’Unione europea, giustificare i sacrifici che devono far fare ai cittadini europei, con le loro imposte, per sostenere una Nazione dove il sostegno ricevuto potrebbe essere destinato ad arricchire la nomenklatura. Usare coattivamente gli asset finanziari russi detenuti in Belgio come garanzia dei “prestiti” può essere estremamente pericolo per la credibilità del sistema bancario e finanziario internazionale.

Ho, dalle pagine di questo quotidiano, espresso più volte riserve sul fatto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rappresentasse i valori della democrazia occidentale e che lo stesso fosse l’argine alla “intenzione” di Vladimir Putin di invadere altri Paesi dell’Europa. Sono stato, altresì, critico nei confronti dei leader europei che hanno seguito acriticamente l’ex presidente Usa Joe Biden quando, a mio avviso, per motivi politici interni relativi alle elezioni di Mid Term, che rischiava di perdere, lo stesso presidente americano si è creato quello che è un classico della politica ovvero: se sei in difficoltà all’interno del paese si deve creare il nemico esterno.

Ancora più significativo l’errore dell’Europa di non aver considerato che con l’elezione del nuovo presidente Usa Donald Trump, lo stesso si sarebbe disimpegnato economicamente, finanziariamente e militarmente dal sostegno diretto all’Ucraina nel conflitto con la Federazione Russa. Infatti, per continuare a sostenere integralmente il peso del sostegno all’Ucraina, l’Europa dovrebbe sborsare circa 100 miliardi di euro l’anno ovvero più del 50 percento del Pil realizzato dall’Ucraina prima dell’invasione russa del 2022. L’Italia dovrebbe contribuire per gli aiuti all’Ucraina con circa 10 miliardi all’anno oltre la metà della legge di stabilità per il 2026.

Sull’onda emotiva dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa si è schierata a difesa della nazione invasa. All’apice della sua notorietà politica il presidente Volidymyr Zelensky si era arrogato il diritto, in quanto difensore dei valori occidentali e a difesa della stessa Europa, di valutare chi tra i leader europei potevano recarsi a Kyev per rendere palese il sostegno al campione indiscusso e indiscutibile dei valori della democrazia contro l’autarca russo. Le democrazie occidentali hanno chiuso gli occhi sul bando dei partiti dell’opposizione perché considerati dal presidente partiti filorussi e tollerato la rimozione d’imperio di sindaci eletti. Sostituito ripetutamente membri del governo che erano in odore di corruzione legata alle forniture belliche. Ma mai si era palesata una mega corruzione che ha toccato ministri di primo piano dell’esecutivo e personalità del mondo imprenditoriale vicinissime al presidente, in regime di prorogatio, sfruttando la guerra in corso. Che cosa sarebbe successo in un qualsiasi paese europeo con uno scandalo di questa portata? Quali conseguenze avrebbe avuto sull’opinione pubblica? Difficilmente un governo avrebbe potuto reggere ad una siffatta mega mazzetta, pare di 100 milioni di euro!

Le motivazioni addotte nel nostro paese per continuare ad inviare aiuti economici, finanziari e militari all’Ucraina, che la corruzione negli ex paesi dell’Unione Sovietica è storicamente endemica è quantomeno sindacabile per un Paese candidato ad entrare nell’Unione Europea.

Le riserve espresse, dal vicepresidente del Consiglio e segretario confederale della lega Matteo Salvini e dal prudente e misurato ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, di considerare il fatto che i sacrifici fatti dagli italiani per aiutare il paese invaso, possono essere utilizzati per arricchire la nomenklatura dell’ucraina sono, a mio parere, ampiamente giustificate. Le cancellerie europee dovrebbero prendere la palla al balzo per aprire diretti canali diplomatici con i belligeranti, funzionali a fermare la guerra, anche con l’arma degli aiuti per l’Ucraina e per riaprire i rapporti commerciali con la Russia.

Troverebbero il sicuro plauso dalla nuova amministrazione americana!


di Antonio Giuseppe Di Natale