Elezioni in Cile, è ballottaggio tra Kast e Jara

lunedì 17 novembre 2025


La sfida per la presidenza del Cile approda al ballottaggio del 14 dicembre con un duello che riflette la profonda polarizzazione del Paese: da un lato Jeannette Jara, candidata del Partito comunista; dall’altro José Antonio Kast, volto di punta del Partito repubblicano e leader dell’area conservatrice. Con il 40 per cento dei voti scrutinati, il distacco accumulato dai due contendenti è giudicato “irreversibile” dagli analisti, segnando un esito preliminare chiaro già nelle prime ore dello spoglio. I dati ufficiali diffusi dal Servizio elettorale (Servel) assegnano a Jara il 26,8 per cento delle preferenze, seguita da Kast con il 23,9 per cento. Il risultato più inatteso arriva tuttavia dal terzo classificato, Franco Parisi, che con il suo 18,62 per cento supera sia Evelyn Matthei, espressione della destra tradizionale, sia Johannes Kaiser, fondatore del Partito nazionale libertario.

La mappa del voto fotografa un Paese diviso in tre blocchi: Kast domina nelle regioni meridionali, Jara prevale nell’area metropolitana di Santiago, mentre Parisi conquista un consenso significativo nel nord. Sul piano politico, però, la lettura prevalente è quella di una netta affermazione complessiva delle destre, che pur presentandosi frammentate al primo turno con tre candidati, hanno già avviato un processo di ricomposizione in vista del ballottaggio. Kast – conservatore intransigente sui temi della sicurezza e dell’ordine pubblico, liberista sul piano economico – tenta per la terza volta l’ingresso a La Moneda, rilanciando la promessa di una linea dura contro criminalità e immigrazione irregolare, le priorità che più inquietano i cileni. Protagoniste e fil rouge dell’intera campagna elettorale.

Dal Palazzo presidenziale, Gabriel Boric ha accolto i risultati con un appello al rispetto istituzionale. “Mi congratulo con Jeannette Jara e con José Antonio Kast. Sono fiducioso che il dialogo il rispetto e l’amore per il Cile prevarranno di fronte a qualsiasi differenza”, ha dichiarato, ringraziando inoltre gli elettori e le autorità per “la giornata democratica esemplare”. Ma il responso delle urne conferma un ridimensionamento significativo per l’area progressista anche nelle legislative: la coalizione governativa Unidad por Chile arretra, fermandosi a 61 deputati e 11 senatori, mentre la destra di Cambio por Chile – lo schieramento che sostiene Kast – avanza con 42 deputati e 6 senatori. Sommando i seggi della destra tradizionale riunita nella coalizione Chile Grande y Unido, il blocco conservatore conquista la maggioranza sia alla Camera (76 deputati su 155), sia al Senato, dove raggiunge 27 seggi su 50.

Nel campo del centrodestra, Evelyn Matthei ha riconosciuto la sconfitta con largo anticipo, quando lo scrutinio era ancora al 27 per cento e la vedeva al 13,07 per cento. “Oggi sono altri quelli chiamati a proseguire la corsa alla presidenza”, ha dichiarato, annunciando che “Andrò al comitato elettorale di José Kast a congratularmi personalmente”. Anche Johannes Kaiser ha ammesso la propria décle e dichiarato il suo appoggio al candidato repubblicano. “Riconosciamo la vittoria di Kast e siccome siamo di parola confermiamo il sostegno alla sua candidatura in vista del ballottaggio”, ha affermato in conferenza stampa. Forte del risultato e dell’appoggio immediato delle altre componenti della destra, Kast ha rilanciato un messaggio di unità, necessario per affrontare lo scontro finale contro la sinistra. “Sono sicuro che lavorando insieme con tutte le correnti della destra e del centrodestra potremo recuperare e ricostruire la nostra patria”, ha affermato, sottolineando che “l’appello a unirci per una causa superiore come il Cile è la cosa più importante in questo momento”. Dal fronte opposto, Jara – pur prima classificata – non nasconde una certa delusione per un risultato inferiore alle aspettative: “Si spera sempre di ottenere risultati migliori”, ha ammesso dopo aver raccolto il 26,6 per cento, quando le proiezioni interne superavano il 28 per cento e i sondaggi la davano oltre il 30 per cento. Ma guarda al ballottaggio con determinazione: “Spero di batterlo al secondo turno”.


di Eugenio Vittorio