Per Trump gli Usa sostengono l’Onu, nonostante tutto

mercoledì 24 settembre 2025


Il presidente americano Donald Trump ha chiuso il suo intervento all’80ª Assemblea generale delle Nazioni unite con un discorso durato quasi unora, ben oltre i 15’ raccomandati dal regolamento. Un limite che raramente i leader mondiali rispettano. Nel corso dell’incontro con il segretario generale António Guterres, Trump ha ribadito che gli Stati Uniti sostengono l’Onu “al 100 per cento. Anche se a volte non sono d’accordo, la sostengono. Il potenziale per la pace con questa istituzione è grandissimo”. Da parte sua, Guterres ha definito gli Stati Uniti “essenziali” per le Nazioni unite e ha elogiato l’impegno di Trump nel promuovere la pace: “Siamo a vostra disposizione per lavorare insieme verso la pace”. Con toni più leggeri, il presidente ha scherzato sui disguidi tecnici della giornata: “È sempre un onore essere qui, ma questa volta è stato ancora più emozionante con la scala mobile e il gobbo non funzionanti, cose che succedono”. Ha quindi rimarcato: “Gli Stati Uniti sostengono le Nazioni Unite al 100 per cento. Penso che il potenziale dell’Onu sia incredibile, può fare tantissimo”.

Nel suo intervento in aula, Trump ha rivendicato i risultati del suo mandato: “Ho lasciato un’era di calma e stabilità” che sarebbe poi stata seguita da “una delle grandi crisi dei nostri tempi”, caratterizzata da una “serie di disastri”. Tuttavia, ha aggiunto, in pochi mesi “siamo nell’età delloro dell’America”. Il presidente, accolto dagli applausi, ha insistito: “L’America è rispettata di nuovo sul palcoscenico mondiale: fino a poco fa ci ridevano dietro”. Trump ha inoltre affermato di aver posto fine a numerosi conflitti: in sette mesi “ho messo fine a sette guerre che dicevano essere non terminabili. Non è avvenuto prima, sono molto onorato di averlo fatto”. Non sono mancate però le lamentele verso l’Onu: “non ho mai avuto una chiamata dalle Nazioni unite”, e “nessuno mi ha ringraziato”, se non per “una scala mobile che si è fermata a metà e un teleprompter che non funziona”.

Sul ruolo dell’organizzazione, ha espresso scetticismo: “Le parole vuote non risolvono le guerre. Quale è lo scopo della Nazioni unite? L’Onu scrive lettere, ma le parole vuote non risolvono la guerra”. Ha poi ricordato un episodio della sua carriera immobiliare: “L’Onu ha un tremendo potenziale, l’ho sempre detto. Ma non è nemmeno lontanamente vicino a essere all’altezza di quel potenziale”, ricordando l’offerta fatta anni prima per rinnovare la sede dellorganizzazione a New York. Sul fronte mediorientale, il presidente è stato netto: “Il riconoscimento per la Palestina è una ricompensa per Hamas e i suoi terribili attacchi”, invocando la liberazione immediata degli ostaggi. In merito al conflitto in Ucraina, ha avvertito: “Se Mosca non è pronta a fare un accordo con Kiev, gli Usa sono pronti alle tariffe ma l’Europa deve prendere le stesse misure”. Ha quindi esortato i partner europei: i Paesi “devono smettere immediatamente di acquistare petrolio russo, è imbarazzante per loro”. E ha concluso: “Oggi ne parlerò con la Ue”.

Ampio spazio è stato dedicato al tema migratorio, definito da Trump “la questione politica numero uno del nostro tempo”. Secondo il presidente, l’Onu incoraggerebbe “l’invasione” di alcuni Paesi attraverso l’immigrazione illegale. L’Europa, ha detto, è “invasa da illegali”, e ha rivolto un attacco diretto al sindaco di Londra Sadiq Khan, definendolo “terribile”. “Dovrebbe fermare le invasioni, non crearle e finanziarle”, ha affermato Trump, ricordando le misure adottate dagli Stati Uniti: “Una volta che abbiamo messo iniziato a trattenere ed espellere, i migranti clandestini hanno semplicemente smesso di arrivare”. Ha quindi criticato la gestione europea: “È ora di mettere fine al fallito esperimento dei confini aperti. Dovete mettervi fine ora. I vostri Paesi andranno all’inferno”.

Il presidente ha poi fatto riferimento al suo incontro con il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, con cui in precedenza erano emersi contrasti: “L’ho abbracciato, abbiamo concordato di vederci la prossima settimana, abbiamo avuto una buona conversazione, una buona chimica in soli 39 secondi. Lui mi piace, io piaccio a lui”, battuta che ha strappato sorrisi all’aula. Infine, ha confermato la linea dura contro il traffico di droga proveniente principalmente dal Venezuela, rivendicando tre raid contro presunte imbarcazioni dei cartelli. E infine: “I dazi sono un meccanismo di difesa durante l’amministrazione Trump. Vogliamo assicurare che il sistema funzioni per difendere la nostra sovranità e contro le nazioni che si sono approfittate della precedente amministrazione Usa e di sleepy Joe Biden”, ha chiosato il commander-in-chief.


di Eugenio Vittorio