Francia, proteste in piazza contro la Finanziaria

giovedì 18 settembre 2025


La Francia è in subbuglio. Protesta contro la Finanziaria. Il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha parlato a più riprese nei giorni scorsi della presenza di “centinaia di elementi radicali” nelle manifestazioni, soprattutto quella della capitale. Tutte le banche, le agenzie di assicurazioni e i negozi di cellulari ed elettronica sono blindati da protezioni installate già ieri in giornata a prova di “casseur”. Chiusi da speciali congegni in metallo gli sportelli dei Bancomat. La polizia è già presente da questa mattina sul percorso della manifestazione, che dopo Place de la République continuerà in direzione di Nation. Si attendono i primi “Centaure”, i blindati “polivalenti” che per il momento hanno fatto la loro apparizione soltanto a Montpellier, nel sud, ma il cui dispiegamento, insieme a quello dei droni di sorveglianza, è stato annunciato dal ministro Retailleau.

Alle 14, prima della partenza del corteo dei manifestanti a Parigi, il ministero dell’Interno ha conteggiato 128 persone fermate e 7 poliziotti feriti. Gli eventi in corso nella giornata di protesta sono 434, 92 i blocchi stradali e a strutture sul territorio. Secondo il ministero dell’Istruzione francese sono circa 17,06 per cento gli insegnanti francesi che hanno deciso oggi di incrociare le braccia, nel quadro della giornata di scioperi e manifestazioni indette dai sindacati contro il rigore di bilancio nella manovra finanziaria 2026. Una percentuale ben inferiore a quella stimata dai sindacati. Secondo il sindacato Snes-Fs, infatti, hanno aderito allo sciopero il 45 per cento degli insegnanti nel sistema primario e secondario.

Intanto, la segretaria generale della Cfdt, uno dei principali sindacati di Francia, ritiene ‘‘profondamente ingiuste’’ le ipotesi evocate dal governo dimissionario francese per ridurre il deficit e invoca una manovra finanziaria ‘‘più equa’’ per il 2026. Intervistata da Bfmtv, nel giorno degli scioperi e delle manifestazioni in Francia, Marylise Léon avverte che ‘‘non possiamo consentire che alcuni si esonerino totalmente dagli sforzi, in particolare, tra le grandi aziende che godono di oltre 200 miliardi di aiuti pubblici’’. Favorevole alla cosiddetta tassa Zucman sui più ricchi, Léon insiste che ‘‘quando si dice che bisogna fare degli sforzi questo deve riguardare tutti”. ‘‘Vogliamo una finanziaria di giustizia, vogliamo che lo sforzo venga ripartito in modo equo – ha sottolineato – il mondo del lavoro non può essere l’unico contributore’’. Quindi l’appello ad una mobilitazione ‘‘massiccia’’ in oltre 200 città francesi.


di Redazione