Dazi: la priorità è il dialogo

lunedì 14 luglio 2025


Con i migliori auguri, Donald J. Trump. Termina così la lettera inviata sabato scorso dal presidente degli Stati Uniti alla sua omologa europea, Ursula von der Leyen, nella quale il commander-in-chief svela alla presidente di Commissione la volontà Usa di introdurre dazi generalizzati del 30 per cento sulle esportazioni europee dal 1 agosto. In reazione, i Ventisette hanno scelto, e continueranno a scegliere a oltranza, la linea del dialogo. La Commissione ha quindi deciso di congelare le rappresaglie commerciali, nonostante la minaccia del tycoon. “Estenderemo la sospensione delle contromisure fino all’inizio di agosto”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue, prima ancora della riunione degli ambasciatori dei 27 in cui era atteso un punto sullo stato delle trattative con l’amministrazione Usa, con un importante giro di tavolo sull’annuncio del tycoon. Per ora vince, insomma, il fronte della prudenza.

In origine, la sospensione dei controdazi Ue – decisa ad aprile per 90 giorni in risposta alle tariffe Usa su acciaio e alluminio – sarebbe scaduta a mezzanotte di lunedì. Ora il congelamento durerà almeno altre due settimane, con l’obiettivo dichiarato di “usare al meglio il tempo disponibile per una soluzione negoziata”, come spiegato dalla stessa von der Leyen. “Siamo sempre stati chiari sul fatto che preferiamo una soluzione negoziata. Questo rimane vero”, ha ribadito la presidente della Commissione. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – continueremo a prepararci per le contromisure. Siamo pienamente pronti”.

Sul piano pratico, restano due pacchetti di misure sospese: il primo, dal valore complessivo di quasi 21 miliardi di euro, colpisce specifici prodotti statunitensi; il secondo, stimato intorno a 72 miliardi, è legato ai cosiddetti daziuniversali” e potrebbe essere finalizzato già lunedì prossimo, quando a Bruxelles si terrà il Consiglio esteri Trade. Parallelamente, sul tavolo dell’Esecutivo Ue rimane lo strumento anti-coercizione, un meccanismo innovativo pensato per rispondere a pressioni economiche esterne. “È stato creato per situazioni straordinarie. Non siamo ancora a quel punto”, ha precisato von der Leyen, mantenendo una linea di fermezza moderata. Nel frattempo, la Commissione ha rafforzato la sua strategia di diversificazione commerciale, accelerando le trattative con altri partner strategici. In giornata è arrivata la conferma di un accordo politico con l’Indonesia per un trattato di libero scambio, frutto di quasi dieci anni di negoziati e che dovrebbe essere formalizzato a settembre. L’intesa aprirà nuovi mercati per settori cruciali come agricoltura e automotive, oltre a garantire l’accesso a materie prime indispensabili per l’industria europea della transizione verde e dell’acciaio. “Aprirà nuovi mercati e creerà maggiori opportunità per le nostre imprese – ha dichiarato von der Leyen – Contribuirà inoltre a rafforzare le catene di approvvigionamento di materie prime essenziali per l’industria europea delle tecnologie pulite e dell’acciaio. Attendo con ansia la sua rapida conclusione”.

Il sostegno alla linea comunitaria è stato ribadito anche da Palazzo Chigi. “L’Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L’Italia farà la sua parte. Come sempre”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una nota ufficiale, dopo una giornata dominata dalle critiche delle opposizioni sul suo iniziale silenzio. Meloni ha chiarito che il governo è rimasto “in stretto contatto con la Commissione europea e con tutti gli attori impegnati nella trattativa”, ribadendo che “una guerra commerciale interna all’Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che insieme affrontiamo”. La strategia di Bruxelles – sospensione dei controdazi e preferenza per il negoziato, senza ricorrere al “bazooka” dello strumento anti-coercizione – è in sintonia con la posizione di Roma, che punta a smorzare tensioni e a evitare polarizzazioni. “Non è il momento delle ritorsioni”, ha sottolineato il ministro delle Imprese Adolfo Urso, evidenziando la volontà di sfruttare le tre settimane residue prima del 1 agosto per trovare un “punto di caduta equo” con Washington, ben al di sotto del 30 per cento minacciato.

In questo clima di fibrillazione, il lunedì politico italiano guarda anche a Milano, dove era previsto un incontro tra Antonio Tajani e Marina Berlusconi, programmato da tempo ma che potrebbe subire variazioni dopo le recenti dichiarazioni di Pier Silvio Berlusconi che hanno scosso Forza Italia. Tajani, dopo il possibile faccia a faccia, volerà a Washington, dove vedrà anche il segretario di Stato Marco Rubio. Il vicepremier dedicherà la missione proprio al dossier dazi, tema che ha già discusso nelle scorse ore con il commissario unitario al Commercio Maroš Šefčovič e il ministro spagnolo dellEconomia Carlos Cuerpo Caballero. “Trattare a testa alta tentando di interpretare con fermezza ma con intelligenza le mosse negoziali americane”, la linea indicata dal ministro degli Esteri, che – come conferma la Farnesina – ha condiviso con i suoi interlocutori l’opportunità di “non alimentare una retorica inutilmente aggressiva” e ha espresso apprezzamento per l’atteggiamento cauto della Commissione.

Nella maggioranza, tuttavia, non mancano sfumature divergenti. La Lega mantiene un atteggiamento più critico verso Bruxelles, mentre Forza Italia e Noi Moderati si mostrano compatti nel condannare i dazi americani. “La situazione impone l’unità del governo e, per come la penso, anche dell’Europa”, ha osservato Alessandro Cattaneo (FI). Più netto il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri: “Negoziare se possibile, reagire se necessario”.


di Eugenio Vittorio