Trump: “Ok di Israele alla tregua di 60 giorni a Gaza”

mercoledì 2 luglio 2025


L’auspicio di Donald Trump è che ora “Hamas accetti per evitare un peggioramento della situazione”. Un fatto è certo: Israele ha accettato “le condizioni necessarie per finalizzare” un cessate il fuoco di 60 giorni a Gaza, durante il quale si cercherà di porre fine alla guerra nell’enclave palestinese. Lo ha dichiarato il presidente statunitense augurandosi allo stesso tempo che Hamas dica sì. “Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra”, ha dichiarato Trump sui social media. “I qatarioti e gli egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire a portare la pace, presenteranno questa proposta finale. Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, anzi, peggiorerà” se non lo faranno. Proprio ieri il presidente americano aveva detto che sarebbe stato “molto duro” con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, atteso a Washington nei prossimi giorni, a proposito della necessità di raggiungere una tregua a Gaza. “Sarò molto duro ma lui lo vuole, e vuole anche che finisca e credo che avremo un accordo la prossima settimana”, aveva spiegato Trump ai cronisti durante una visita alla cosiddetta “prigione degli alligatori” in Florida.

L’annuncio di Trump è arrivato dopo i colloqui, nella capitale americana, tra il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer ed alti funzionari dell’Amministrazione tra cui il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff. Poche ore prima del post, Trump parlando con i giornalisti in Florida aveva ribadito la sua convinzione che Netanyahu fosse pronto ad un accordo e che sarebbe stato raggiunto entro la settimana. In ballo ci sono le condizioni sempre più disperate dei civili palestinesi nella Striscia e la vita di 50 ostaggi. Ora resta da vedere come Hamas accoglierà la proposta americana, che nelle parole del tycoon suona quasi come un ultimatum. Il presidente americano ha avvertito che, in mancanza di un accordo, la situazione non può che aggravarsi. In queste, inoltre, ore oltre 150 organizzazioni umanitarie internazionali, tra cui Oxfam, Save the Children e Amnesty International, hanno pubblicato una dichiarazione congiunta chiedendo lo smantellamento della controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti. Nel frattempo, i raid aerei israeliani sulla Striscia sono proseguiti. L’ospedale Nasser di Khan Younis ha parlato di almeno 37 vittime nella zona meridionale, mentre secondo Al Jazeera è salito a 39 morti e decine di feriti il bilancio del bombardamento israeliano di lunedì su un Internet cafè sulla costa nord. Tra le vittime ci sarebbe anche il fotogiornalista palestinese Ismail Abu Hatab.

Intanto, secondo Abbas Araghchi il bombardamento statunitense del sito nucleare iraniano di Fordow, uno dei principali siti nucleari dell’Iran, ha “gravemente e pesantemente danneggiato” l’impianto. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano in un’intervista a Cbs News. “Nessuno sa esattamente cosa sia successo a Fordow. Detto questo, ciò che sappiamo finora è che gli impianti sono stati gravemente e gravemente danneggiati”, ha affermato Araghchi nell’intervista, di cui sono stati precedentemente pubblicati alcuni estratti. “L’Organizzazione per l’energia atomica della Repubblica islamica dell’Iran sta attualmente effettuando una valutazione, il cui rapporto sarà presentato al Governo”, ha aggiunto il capo della diplomazia iraniana. Ieri, una portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato in una conferenza stampa che i siti nucleari del Paese hanno subito “gravi danni” a causa dei bombardamenti israeliani e statunitensi, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa semiufficiale iraniana Tasnim. Tuttavia, il Washington Post ha riportato domenica che le comunicazioni intercettate dall’Iran hanno minimizzato l’entità dei danni causati dagli attacchi statunitensi al programma nucleare iraniano, citando quattro persone a conoscenza di informazioni riservate in circolazione all’interno del Governo statunitense. Trump ha affermato che gli attacchi hanno “completamente e totalmente annientato” il programma nucleare iraniano, ma i funzionari statunitensi riconoscono che ci vorrà del tempo per formulare una valutazione completa dei danni causati dagli attacchi.


di Ugo Elfer