venerdì 23 maggio 2025
Le Nazioni Unite, il World Economic Forum (Wef) ossia il Forum economico mondiale, e altre organizzazioni internazionali che cercano di attuare fantasiosi programmi di contrasto al “cambiamento climatico” stanno conducendo una guerra al cibo.
Secondo l’Onu, “circa un terzo di tutte le emissioni di gas serra causate dall’uomo sono legate al cibo”.
“La maggior parte dei gas serra legati all’alimentazione proviene dall’agricoltura e dall’uso del suolo. Tra questi, ad esempio, il metano derivante dal processo digestivo del bestiame, il protossido di azoto derivante dai fertilizzanti utilizzati per la produzione di colture, l’anidride carbonica derivante dall’abbattimento delle foreste per espandere i terreni agricoli, la gestione dei fertilizzanti, altre emissioni agricole, la coltivazione del riso, la combustione dei residui delle colture e l’uso di combustibili nelle aziende agricole contribuiscono tutti ai gas serra.”
A quanto pare, per raggiungere l’obiettivo “zero emissioni nette” dovremmo ridurre notevolmente o addirittura eliminare completamente il consumo di carne.
Secondo le Nazioni Unite, “gli alimenti di origine animale, soprattutto carne rossa, latticini e gamberetti d’allevamento, sono in genere associati alle più elevate emissioni di gas serra”.
Cosa mangiare invece? Il World Economic Forum da anni si batte strenuamente per l’autorizzazione degli insetti come ingredienti alimentari per il consumo umano. Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno accolto con piacere la richiesta del Wef, senza chiedere a un solo consumatore europeo cosa ne pensasse.
Considerandoli una prelibatezza speciale, i Paesi membri dell’Ue, nel 2021, hanno approvato l’introduzione di vermi della farina, locuste migratorie e grilli domestici come cosiddetti “nuovi alimenti” e ne hanno autorizzato l’uso nei prodotti alimentari. Più di recente, a gennaio scorso, l’Unione Europea ha autorizzato ”l’immissione sul mercato della polvere di larve intere di Tenebrio molitor (larva gialla della farina) trattata con raggi Uv in (...) pane e panini, torte, prodotti a base di pasta, prodotti trasformati a base di patate, formaggio e prodotti caseari e composte di frutta e di verdura, destinati alla popolazione in generale”.
Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (Fda) non ha ancora approvato il consumo di insetti che, per fortuna, sono ancora considerati dall’agenzia come immondizia o “organismi nocivi” che contaminano gli alimenti.
Come è noto, i leader mondiali ritengono ormai che le flatulenze delle mucche siano così pericolose per la sopravvivenza futura del pianeta che più di 68 Paesi, tra cui Stati Uniti, Australia, Canada e Stati dell’Unione Europea, hanno approvato l’uso della sostanza chimica Bovaer nei mangimi per bovini, per impedire alle povere mucche di emettere gas, riducendo così presumibilmente le loro emissioni di metano.
Il Bovaer è dannoso per gli esseri umani, a breve o a lungo termine? Nessuno lo sa. Qualsiasi dubbio avanzato viene immediatamente screditato come teoria del complotto. Ci viene comunque assicurato che è perfettamente sicuro sia per gli esseri umani che per le mucche al dosaggio raccomandato. Va tuttavia notato, in base alla scheda dei dati di sicurezza del Bovaer, che la sostanza chimica di per sé rappresenta un rischio per la fertilità, gli occhi e la pelle. Ai consumatori è mai stato chiesto se desiderassero additivi chimici con potenziali effetti collaterali sconosciuti nei loro prodotti lattiero-caseari? No. L’additivo Bovaer è stato approvato negli Stati Uniti dalla Fda e lanciato sul mercato alla fine del 2024. Forse questo sarebbe un prodotto che il segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. dovrebbe esaminare più a fondo.
Se pensavate che la guerra al cibo si limitasse all’aggiunta di insetti e sostanze chimiche agli alimenti, beh, dovreste ricredervi. Il programma è anche, a quanto pare, una guerra all’agricoltura, un’idea che sembrerebbe controproducente, ma che si è diffusa con successo in tutto l’Occidente. Negli Stati Uniti, durante l’amministrazione Biden, l’inviato speciale presidenziale per il Clima John Kerry, che volava su jet privati, ha annunciato: “L’agricoltura contribuisce per circa il 33 per cento a tutte le emissioni mondiali. E non possiamo arrivare a Net Zero, non riusciremo a portare a termine quest’obiettivo, se l’agricoltura non è al centro della soluzione. Non è possibile continuare a riscaldare il pianeta e allo stesso tempo pretendere di nutrirlo. Non funziona. Quindi, dobbiamo ridurre le emissioni del sistema alimentare”.
Nell’Ue, gli Stati membri si sono impegnati a rispettare il Green Deal europeo, un piano che si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030. Per risolvere l’immaginaria “crisi climatica”, l’allevamento di animali e l’agricoltura devono essere ridimensionati o, meglio ancora, bisogna interromperne le attività. Nei Paesi Bassi, uno dei maggiori produttori agricoli al mondo, l’Ue ha stanziato 1,47 miliardi di euro per rilevare e chiudere circa 3 mila piccole e medie aziende agricole al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Se gli agricoltori non vendono volontariamente le loro attività, il risultato potrebbe essere un’acquisizione forzata.
Gli agricoltori che chiudono la propria azienda agricola devono garantire che non riprenderanno le attività di allevamento in altre zone dei Paesi Bassi o dell’Unione Europea. Secondo Farmers Weekly, “il governo olandese afferma di dover ridurre le emissioni di ossido di azoto e ammoniaca del 50 per cento entro il 2030 per rispettare gli obiettivi di emissione di gas serra dell’Ue. Considera gli allevamenti come ‘massimi responsabili delle emissioni’ e afferma che la loro chiusura è necessaria per rispettare le normative”.
In Irlanda, lo scorso settembre, in un piano che sarebbe costato 640 milioni di dollari, il governo ha proposto di abbattere 200 mila mucche nei prossimi tre anni, per “ridurre le emissioni di metano”.
Nel Regno Unito, il primo ministro Keir Starmer sta conducendo una guerra fiscale contro gli agricoltori, costringendone molti a chiudere battenti. Inoltre, il governo sta offrendo loro denaro per non produrre colture alimentari, ma piuttosto per coltivare mangimi per uccelli. “Ci sono state offerte 2.500 sterline [dal governo] per aderire a un programma di tre anni, in cui non vi forniremo cibo”, ha dichiarato un agricoltore britannico a un incontro organizzato da Reform Uk.
Come si è chiesto retoricamente un agricoltore britannico: “Da dove verrà il cibo in futuro?”. È un’ottima domanda, ma le élites del “cambiamento climatico” hanno le risposte anche a questo interrogativo.
Il movimento che lotta contro il “cambiamento climatico” è un enorme business; i miliardari che promuovono questa narrazione depravata hanno capito tutto. Hanno investito in “fake meat” quei prodotti alimentari che, nella forma, imitano la carne di origine animale, ma che sono, invece, ottenuti mediante la lavorazione di vegetali di vario genere, per intascare profitti una volta vinta la guerra contro gli agricoltori. Persone come Bill Gates e Jeff Bezos investono da anni in iniziative legate alla “fake meat”, la carne finta. L’obiettivo principale di Beyond Meat, Impossible Foods e altri è quello di diventare un sostituto della carne vera, che, se le élites la spuntano, non si potrà più mangiare. Se questi cibi ultra-processati non sono sani, peggio per loro. I guadagni finiranno nelle tasche delle élites del Wef.
Le “proteine alternative” dovrebbero sostituire la carne, ha affermato Bill Gates in un’intervista del 2021; la crisi climatica “è molto peggiore della pandemia”. Per questo motivo, sta anche puntando su Nature’s Fynd, un’azienda produttrice di alimenti che sembrano irresistibili.
“Quest’azienda, Nature’s Fynd, usa i funghi. E poi li trasforma in salsicce e yogurt. Davvero incredibile”, ha chiosato Gates. Lui stesso, ovviamente, dice di preferire i veri hamburger di carne, così come preferisce i jet privati per spostarsi tra le sue numerose ville.
“Probabilmente ho uno dei più alti livelli di emissioni di gas serra sul pianeta. Solo il volo privato è un’impresa gigantesca”, ha ammesso il magnate. Ma va bene così, secondo Gates. È ricco e può permettersi di pagare per soddisfare le proprie esigenze, a differenza di noi pezzenti, che dovremo mangiare funghi e insetti.
“Ora spendo un bel po’ per acquistare carburante per aerei prodotto con le piante. Sono passato a un’auto elettrica. Uso pannelli solari. Pago un’azienda che, a un prezzo molto alto, riesce a estrarre un po’ di diossido di carbonio dall’aria e immagazzinarlo sottoterra”.
Gates è inoltre il maggiore proprietario terriero privato degli Stati Uniti.
Le élites sanno ciò che fanno. Chiudere le fattorie e abbattere il bestiame significa che i prezzi saliranno alle stelle, ancora più di quanto non lo siano oggi, costringendo la gente “comune” senza i mezzi finanziari di Gates, Bezos e Klaus Schwab a smettere di mangiare carne e, alla fine, a cibarsi di piante e insetti per “salvare il pianeta”, mentre i signori supremi eletti e non eletti dai cittadini continuano a seguire il loro stile di vita miliardario.
I costi continueranno a salire finché la gente permetterà a quei “leader” di decidere come dovremmo vivere e cosa dovremmo mangiare. È giunto il momento di porre fine alla loro generosa “protezione”.
(*) Tratto dal Gatestone Institute
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Robert Williams (*)