Tutte chiacchiere e distintivo

venerdì 1 agosto 2025


La sinistra italiana, che da tempo immemorabile non riesce a trovare argomenti ragionevoli spendibili sul piano del consenso, sembra aver trovato il filone d’oro con la guerra in atto nella Striscia di Gaza. Tuffandosi a pesce su una questione estremamente complessa, che tuttavia viene grossolanamente semplificata anche da una parte dell’informazione, che per la cronaca quando elenca la giornaliera conta delle vittime si guarda bene dal citarne la fonte, il Partito democratico e i suoi alleati la utilizzano come una sorta di manganello per attaccare l’attuale Governo di centrodestra. Tant’è che, sull’onda dell’ultima idiozia partorita da alcune anime belle della politica occidentale, per bocca di Elly Schlein è partito il mantra per chiedere l’immediato riconoscimento dello Stato della Palestina, ovvero uno Stato che attualmente non esiste. “Se non ora quando?”, ha dichiarato solennemente alla Camera la segretaria del Pd, ben sapendo, al pari di Emmanuel Macron e Keir Starmer, che con queste chiacchiere e distintivi – perché di questo si tratta – la situazione in quella tormentata zona del Medio Oriente non si modificherà di una virgola. In questo senso è chiaro come il Sole che questa battaglia per il riconoscimento dello Stato palestinese assume, con varie sfumature nazionali, un affare politico-propagandistico tutto interno.

Tra l’altro, occorre informare la stessa Schlein che, contestualmente alla sua richiesta, la Francia, insieme alla Lega araba, al Qatar, alla Giordania e all’Egitto, ha promosso una conferenza in cui si afferma in modo perentorio che “Hamas deve porre fine al proprio controllo su Gaza e consegnare le armi all’Autorità palestinese”. Un richiesta che successivamente ha visto l’adesione anche della Turchia e dell’Indonesia. Mentre il cosiddetto campo largo, fiancheggiato da una robusta batteria di grancasse mediatiche, mantiene una linea assai sbilanciata in favore di una sola parte, dividendo il conflitto tra vittime e carnefici, tra buoni e cattivi. Una linea che personalmente non ho mai condiviso, sebbene ciò non mi impedisca di esprimere molte critiche nei riguardi del Governo di Benjamin Netanyahu e degli estremisti religiosi del suo Paese. Ciò, tuttavia, non toglie che su un drammatico conflitto che sembra senza fine, il quale dura da ben 77 anni, appare oltremodo ridicolo per una coalizione che ambisce a governare l’Italia il tentativo di avanzare proposte semplici, come per l’appunto lo sterile riconoscimento dello Stato della Palestina, per un problema obiettivamente molto, ma molto complesso.


di Claudio Romiti