Mettere odio anti-Israele in Costituzione?

lunedì 9 giugno 2025


La piazza che sembra invocare il diritto a odiare Israele

Magari a qualcuno gli potrebbe passare per la testa: perché non inserire l’ostilità contro Israele in Costituzione? Magari anche in quella europea tanto per stare in buona compagnia. Dopo quello che si è sentito sabato – furbescamente nel giorno del silenzio elettorale pre referendum – può capitare di tutto.

Se Gad Lerner, uno dei tanti ebrei di sinistra che non hanno mai amato le politiche di autodifesa dello Stato ebraico sin dai tempi di Sabra e Chatila, si è spinto fino a paragonare la “nakhba” alla Shoà (la “nakhba” è il giorno del lontano 1947 in cui circa 700mila arabi che vivevano nella terra che attualmente fa parte dello Stato di Israele furono costretti dagli altri Stati arabi che circondano tuttora la zona ad andarsene in una sorta di esilio volontario, pur di non accettare la divisione stabilita dall’Onu che creava già allora i mitici due Stati per i due popoli). Rula Jebreal, cittadina israeliana e moglie di un importante uomo daffari israeliano, non ha smentito la propria fama di personaggio in ricerca di visibilità aizzando la piazza con tutte le apoditticheverità” di Hamas, comprese le controverse cifre sui bambini morti, alimentando così gli slogan menzogneri contro Israele.

Pardon, contro Benjamin Netanyahu. Che rappresenta ormai l’ultimo baluardo di una sineddoche (una parte per il tutto) che partendo dal motto “io non sono anti semita ma odio Israele”, passando per “io non odio Israele ma il suo governo”, fino ad approdare all’attuale fase del “io non odio il governo israeliano ma Netanyahu”. Il quale diventa così un perfetto capro espiatorio su cui vomitare tutto l’odio anti ebraico nel goffo tentativo di non  sporcarsi le mani con l’evidente ostilità anti semita di quel popolino un po’ ignorante e un po’ complottista che vede tutti i mali del mondo nascere dal famigerato “deicidio” per giungere ai “miti di oggi” (come li chiamerebbe Roland Barthes) sulla “finanza mondiale tutta in mano agli ebrei”.

Una volta sdoganato l’odio contro Israele e in generale contro gli ebrei sotto forma di “nouvelle vague” politica della sinistra finalmente riunificata nelle piazze ci troviamo di fronte a un problema enorme: la gente nel nome di Gaza si sente legittimata a tirare fuori il peggio dei propri pregiudizi in materia. Pure in assenza di prove certe, anzi neanche di indizi, su quel che sta veramente avvenendo in loco. Bastano i dati di Hamas legittimati dal timbro Onu e dalle prediche inascoltabili di Francesca Albanese. Fanno Cassazione anche se nessuno sa niente. Anche in attesa di un consuntivo serio. Come avvenne per Jenin, l’altro finto genocidio.

Ma adesso va di moda “farsi belli” con i bambini di Gaza. E si spera che qualcuno abbia sentito i vari vip della sinistra da Nicola Piovani a Michelangelo Pistoletto, passando incredibilmente pure per Roberto Saviano (che in passato si era sempre dimostrato pro Israele)  pontificare le proprie certezze a Rai Radio 3 per Gaza. Con paragoni osceni tra i morti di Gaza e l’Olocausto. Con alcuni di questi Carneadi – anche se vip – scandire compiaciuti la parolagenocidio”. Come a volere fare dispetto a qualcuno. Nessuno sa quando finirà tutta questa tragedia, e neanche questa ignobile farsa.

Ma qualcosa fa pensare che non saranno in pochi a doversi vergognare di quel che hanno detto e scritto in questi terribili giorni.


di Dimitri Buffa