venerdì 3 ottobre 2025
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, interverrà mercoledì pomeriggio in Senato per illustrare alle commissioni Bilancio delle due camere il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) 2025. L’agenda delle audizioni prevede martedì mattina gli interventi di Istat e Cnel, seguiti nel pomeriggio dalla Corte dei Conti. Mercoledì, prima dell’audizione del ministro, sarà la volta della Banca d’Italia e dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Il Documento, approvato ieri sera in Consiglio dei ministri, è stato trasmesso alle Camere nella notte.
Nella relazione introduttiva, Giorgetti ha sottolineato le criticità e le opportunità che emergono dallo scenario internazionale. “Le prospettive economiche del Paese nell’attuale contesto congiunturale risultano influenzate da due principali forze contrapposte. Una è tendenzialmente avversa e di matrice globale – tra dazi e geopolitica – al contempo, si stanno rafforzando le pressioni competitive esercitate sui Paesi europei, principalmente quelli con una vocazione manifatturiera, da parte delle economie emergenti, e tra queste in particolare quella cinese”. Un quadro che, secondo il ministro, viene mitigato da un elemento di stabilità: “In questo contesto, l’Italia sta godendo di un periodo di stabilità politica, condizione essenziale per garantire la resilienza dell’economia di fronte a eventuali shock e per mettere in campo azioni di ampio respiro in grado di favorire una riduzione nel medio periodo dell’elevato debito pubblico del Paese”.
La manovra per il 2025 punta a rafforzare tre direttrici principali: alleggerire il carico fiscale sul lavoro, sostenere il sistema sanitario e incentivare la competitività delle imprese. “Con la manovra si darà luogo a una ricomposizione del prelievo fiscale, riducendo l’incidenza del carico sui redditi da lavoro, e si garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale. Inoltre, al fine di dare continuità agli interventi approvati dal Governo, saranno previste specifiche misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantire la competitività”. Il Documento ribadisce l’impegno sul percorso di rientro di deficit e debito, fissando obiettivi di spesa netta coerenti con quanto previsto nel Piano strutturale di bilancio. “Concorrerà al finanziamento della manovra una combinazione di misure dal lato delle entrate e, per circa il 60 per cento, di interventi sulla spesa; questi ultimi tengono conto dell’andamento del monitoraggio e dei relativi cronoprogrammi di spesa”. Il governo ha tuttavia riconosciuto un lieve scostamento tra la crescita della spesa netta prevista per il 2026 (1,7 per cento) e l’obiettivo fissato all’1,6 per cento. Lo squilibrio sarà corretto nella prossima legge di bilancio, mentre per il biennio 2027-2028 i margini liberati – rispettivamente all’1,3 per cento e 1,5 per cento – verranno utilizzati per finanziare le priorità economiche. In ottica prudenziale, per il 2028 il tetto di spesa sarà fissato sotto il limite massimo del Piano.
Un’attenzione particolare è dedicata anche agli investimenti pubblici, che il Governo prevede di mantenere su un livello medio del 3,4 per cento del Pil, superiore alla fase del Pnrr. Il Dpfp allega infine un elenco di 40 disegni di legge collegati alla manovra. Tra questi figurano riforme di ampio respiro: dal riordino del sistema sanitario nazionale e delle professioni sanitarie, alla determinazione dei Lep e alla revisione della legislazione farmaceutica, fino agli interventi su pensioni, lavoro, contrasto alla povertà e sostegno alle famiglie numerose. Sul fronte della giustizia, oltre a nuove disposizioni sulla magistratura ordinaria, è prevista la sperimentazione di modelli di Intelligenza artificiale applicati al settore e la delega per la riforma dell’Ordinamento forense. Non mancano misure su settori specifici, dalla valorizzazione del mare al sostegno al comparto librario, fino alla tutela dei prodotti agroalimentari e al rafforzamento della capacità di difesa.
di Redazione