I dazi sono atti ostili

lunedì 25 agosto 2025


Benché sottaciuta, la verità vera è che i dazi sono atti ostili. Il linguaggio lo conferma. L’espressione appropriata all’imposizione di tariffe doganali esose e dannose è “guerra commerciale”. In epoca storica non poche guerre commerciali sono sfociate in guerre aperte, azioni belliche, minacce armate.
Lasciamo perdere le cosiddette ragioni giustificative del protezionismo verso un’azienda o un settore industriale, le quali sono temporanee anche per i sostenitori. Se un dazio, per l’aliquota imposta o per il bene colpito, ha lo scopo o l’effetto di danneggiare vistosamente e irrimediabilmente un prodotto o una produzione altrui, ebbene quel dazio è di fatto un atto di guerra, sebbene incruenta altrettanto doloroso.

In questi mesi trumpiani avessi letto un commento che assimilasse i dazi alla violazione della libertà tout court, non solo della libertà dei commerci, del libero scambio. Eppure tutti insorgono e approvano azioni militari contro gruppi e nazioni che attentano o impediscono la libertà di navigazione o di trasporto. Un tempo alla nazione protezionista la nazione danneggiata inviava una cannoniera ad aprire i porti e ripristinare il commercio.

Capisco che non abbiamo cannoniere da opporre all’ostilità del governo americano. Tuttavia, chiamare con il loro nome tariffe estorsive contribuirebbe alla comprensione dei tempi in cui siamo costretti a vivere e sopravvivere.


di Pietro Di Muccio de Quattro