martedì 17 giugno 2025
Spinta ai consumi per 12,3 miliardi di euro
Tra la seconda metà di giugno e le prime settimane di luglio, circa otto milioni di lavoratori dipendenti, in prevalenza occupati nel terziario, riceveranno la quattordicesima mensilità. Si tratta di una somma complessiva in crescita rispetto agli anni passati, con un incremento stimato di quasi mezzo miliardo di euro che offrirà un’iniezione di liquidità significativa, destinata a riflettersi sull’economia interna – in particolare nei settori legati al turismo e ai consumi stagionali. A delineare il quadro è il consueto sondaggio realizzato da Ipsos per Confesercenti, integrato dalle stime dell’Ufficio economico dell’associazione, secondo cui la mensilità aggiuntiva sarà utilizzata quest’anno in misura ancora più marcata per finalità legate alla spesa corrente. In particolare, il 48 per cento degli intervistati prevede di destinare parte consistente della somma a vacanze e viaggi, confermando il legame tra la quattordicesima e la stagione estiva.
Seguono, a distanza, altre voci rilevanti: il 24 per cento opterà per il risparmio, mentre il 19 per cento punta ad approfittare dei saldi estivi. Le esigenze più stringenti non mancano: il 15 per cento utilizzerà la mensilità per coprire bollette e rate, con la percentuale che sale al 18 per cento nella fascia 35-65 anni; l’11 per cento la destinerà al pagamento del mutuo o di altri finanziamenti, e un altro 15 per cento alle spese sanitarie. Sul piano territoriale emergono differenze marcate: al Sud e nelle Isole, ad esempio, il 13 per cento userà la quattordicesima per pagare i centri estivi dei figli, contro l’11 per cento del Nord e il 20 per cento del Centro, dove la voce assume un peso maggiore.
Nel complesso, il 61 per cento del campione afferma che la mensilità aggiuntiva contribuisce a vivere con maggiore tranquillità la stagione estiva. La percezione è particolarmente forte tra i più giovani (67 per cento tra i 18-34enni), ma resta alta in tutte le fasce d’età e aree geografiche (59 per cento al Centro, 61 per cento al Nord, 62 per cento al Sud). Il 31 per cento del totale dichiara di utilizzarla per far fronte a spese che, altrimenti, sarebbero difficilmente sostenibili – quota che raggiunge il 33 per cento tra i 35-65enni. Solo una minoranza (8 per cento) ne ridimensiona l’importanza nel bilancio familiare.
Il 64 per cento degli intervistati riconosce che la quattordicesima è utile soprattutto per le spese estive. L’orientamento è omogeneo per genere (66 per cento tra gli uomini, 61 per cento tra le donne) e per area geografica (66 per cento Nord, 60 per cento Centro, 65 per cento Sud), e risulta stabile anche tra le generazioni: 65 per cento tra i giovani, 63 per cento tra gli adulti. Il calendario della mensilità non sembra essere messo in discussione: solo il 9 per cento ne preferirebbe l’erogazione in un altro periodo dell’anno (percentuale che sale al 14 per cento tra i più giovani), mentre il 27 per cento si dichiara indifferente (30 per cento nella fascia 35-65 anni, 32 per cento al Centro). Quanto all’utilizzo immediato, il 33 per cento degli intervistati prevede di spenderne tra il 40 per cento e il 60 per cento nei primi 30 giorni dal versamento (35 per cento nella fascia 35-65 anni, 38 per cento al Sud). Una parte significativa, il 13 per cento, dichiara invece di prevedere un impiego quasi totale della somma ricevuta.
“La quattordicesima è una boccata d’ossigeno per milioni di famiglie italiane: consente spese – come vacanze, centri estivi per i figli, saldi – a cui in tanti, altrimenti, sarebbero costretti a rinunciare, e aiuta ad affrontare con maggiore serenità la stagione estiva. Come la tredicesima a Natale – ha spiegato Nico Gronchi, vicepresidente vicario di Confesercenti e presidente di Assoterziario – la quattordicesima in estate è attesa perché consente un upgrade di spesa, rompendo la rigidità dei bilanci domestici. Non è solo un sostegno concreto: è anche una spinta psicologica, un’iniezione di fiducia per lavoratori e famiglie. In un contesto in cui cresce giustamente l’attenzione verso il lavoro povero e la perdita di potere d’acquisto, perché non rafforzare il reddito disponibile con una tassazione di vantaggio? Un intervento che darebbe sollievo alle famiglie, in attesa che il governo definisca i prossimi passi della riforma fiscale, ora rinviati al 2026. Allo stesso tempo, serve anche intervenire sui contratti pirata, che oggi privano della quattordicesima oltre 800mila lavoratori del terziario, sottraendo loro circa un miliardo di euro e creando una concorrenza sleale fra imprese”.
di Redazione