lunedì 10 novembre 2025
Il pregio di Italiani brava gente (Armando editore 2025, Collana Policy, 224 pagine, 19 euro), saggio di Pierluigi Cascioli, giornalista collaboratore di varie, importanti testate e agenzie stampa, a lungo dirigente del Miur, e docente universitario, è anzitutto l’originalità e chiarezza della ricerca. La prima parte del libro si concentra su radici ed elementi caratterizzanti della civiltà occidentale: l’autore individua anzitutto le religioni misteriche (sviluppatesi, soprattutto in Grecia e poi a Roma, a partire dal Secondo millennio avanti Cristo), antesignane, per certi aspetti, sia della Massoneria e altre associazioni esoteriche che del Libertè, Egalitè, Fraternitè della Rivoluzione francese; poi la Grecità, la Romanità, il Cristianesimo. E il Rinascimento, il Barocco, l’Illuminismo. Cascioli – di formazione laica ma non laicista, diciamo soprattutto crociana – apprezza fortemente il grande contributo del Cristianesimo originario, schiettamente evangelico, alla nascita dei concetti di persona e di libertà individuale: senza però’ circoscriverla (come fatto, in passato, da più autori) al solo patrimonio spirituale cristiano. E individua i prototipi storici dell’Homo occidentalis in due personaggi particolarmente rappresentativi della Grecità proiettati, però, verso il futuro: Antigone e Ulisse.
Antigone è l’eroina della grande tragedia di Sofocle: ci piace ricordare un attimo, qui, anche il film del 1969 I cannibali, opera d’una regista come Liliana Cavani, con 3 grandi Britt Ekland, Tomas Milian e Pierre Clémenti (oggi reperibile su YouTube, se non erriamo). Che riambientava la tragedia in un’allucinata Milano del futuro, governata da una dittatura alla Fahrenheit 451. Antigone è decisa a dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice, contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte, che l’ha vietata (Polinice, infatti, è morto assediando Tebe, quindi comportandosi come un nemico): nel duro confronto con Creonte, Antigone afferma il primato della persona umana nei confronti dello Stato, precorrendo, così, sia il Cristianesimo che tutti gli oppositori – tradizionali e nonviolenti – dei totalitarismi del XX secolo. Ulisse, invece, per i Greci, Odisseo – o, per esser filologicamente precisi, Odi’isseo – personifica già l’uomo di oggi (incredibile, la modernità di questo poema omerico!), razionale quasi alla Max Weber, diremmo. Astuto nel fronteggiare le avversità, e religioso, sì, ma non al punto di rinunciare – pur affidandosi alla divinità – a qualsiasi sua autonoma iniziativa, nella quotidiana lotta dell’esistenza.
La parte seconda del saggio si sofferma, invece, sulle radici storiche dell’identità – civile, culturale, politica – degli italiani: che l’autore individua nelle vicende degli antichi popoli italici. Ricordando soprattutto la “Guerra sociale”: quando, nel I secolo avanti Cristo, lo scontento generale delle popolazioni italiche, specie centromeridionali, e il mancato consenso del Senato alla loro richiesta di cittadinanza romana, provocarono una vera e propria insurrezione. Nel 90 avanti Cristo, i ribelli crearono un primo nucleo di Stato italiano, eleggendo a capitale Corfinium, nella Marsica (l’attuale Corfinio, provincia de L’Aquila), ribattezzata “Italia”: nome che, per la prima volta nella storia, indicava la patria comune a tutte le genti della penisola contrappostesi a Roma. E fu coniata una moneta dove appariva già l’immagine di una donna con la scritta “Italia”.
La parte terza, infine, “Lo spirito della nazione italiana”, è centrata sul dichiarato intento di combattere luoghi comuni, ormai stantii, su carattere e comportamento sociale degli italiani. E le ricorrenti tendenze dei mass media, ma anche di alcuni studiosi, ad alimentare autolesionismo e catastrofismo: tutto quel che potremmo definire una sorta di “masochismo politico-sociale”. “Esser sempre consapevoli dei propri limiti e carenze storiche, e degli errori commessi dai vari governi”, ha rilevato, presentando il libro alla Casa delle letterature di Roma, l’avvocato cassazionista Giuseppe Pio Torcicollo, assessore-ombra al Lavoro e al Personale di Roma Capitale per Forza Italia, “sì; ma ciò non significa continuare, invece, ad autoflagellarsi. Dimenticando, poi, che anche altri popoli, generalmente ritenuti più civili e avanzati di noi, hanno, in realtà, i propri scheletri nell’armadio”. “Cascioli – ha rilevato il regista Anton Giulio Onofri, altro relatore – analizza, invece, una serie di primati che l’Italia detiene nel mondo, molto raramente considerati; e lancia, in chiusura, un messaggio di speranza: “La globalizzazione prosegue, ma, come dimostrato dalla storia, le identità nazionali si conservano”.
(*) Italiani brava gente di Pierluigi Cascioli, Armando editore 2025, Collana Policy, 224 pagine, 19 euro
di Fabrizio Federici