La Festa del cinema di Roma punta sulle opere prime

mercoledì 15 ottobre 2025


Sono tre le opere prima italiane presenti alla Festa del cinema di Roma. Breve storia d’amore di Ludovica Rampoldi, Elena del Ghetto di Stefano Casertano (entrambi nella sezione Grand Public) e Tienimi presente di Alberto Palmiero (Freestyle) rappresentano la volontà di premiare gli esordienti. La kermesse capitolina, che prende il via oggi, giunge alla sua ventesima edizione puntando anche sul premio Miglior opera prima Poste Italiane. In totale, sono tredici i debutti che si vedranno all’Auditorium Parco della Musica da oggi fino al 26 ottobre. Ludovica Rampoldi approda dietro la macchina da presa con una storia di tradimento con protagoniste due coppie. I trentenni Lea e Andrea e i cinquantenni Rocco e Cecilia destinati inevitabilmente ad incrociarsi. Lea conosce Rocco in un bar e inizia con lui una relazione clandestina. Un tradimento come tanti che però prende una piega imprevista quando Lea comincia ad entrare nella vita di Rocco, fino a coinvolgere i rispettivi compagni in una resa dei conti finale. Nel cast figurano: Pilar Fogliati, Adriano Giannini, Andrea Carpenzano e Valeria Golino.

Elena del Ghetto di Stefano Casertano è ambientato a Roma tra il 1938 e il 1943 e racconta la storia di Elena Di Porto (Micaela Ramazzotti), donna ebrea che ha saputo sfidare fascismo e occupazione nazista con coraggio e determinazione. Infine, sempre per l’Italia, Tienimi presente, interpretato dallo stesso regista. Il film è una sorta di rilettura del morettiano Ecce Bombo, che vede protagonista Alberto, ingenuo giovane di provincia che vuole fare il regista e che ricorda tanto un Gianni Di Gregorio adolescente. Così Alberto va a Roma nella speranza di fare un film, ma tra progetti incerti e produttori perennemente in fuga il giovane decide di fare marcia indietro e tornare nella sua città natale.

Sul fronte internazionale c’è il cinese Wang Tong con Wild Nights, Tamed Beasts, che mette al centro della storia una dolce badante e il guardiano di uno zoo sui generis. Un racconto sulla solitudine degli anziani e lo smarrimento dei giovani. Esta Isla di Lorraine Jones Molina e Cristian Carretero, si svolge invece in una cittadina costiera di Porto Rico. Tra le onde del mare e il cemento di un complesso di case popolari, il giovane Bebo tira avanti accanto al fratello Charlie, tra notti spensierate in spiaggia e giornate trascorse a pescare. C’è poi tra le opere prime Left-Handed Girl della taiwanese Shih-Ching Tsou, viaggio colorato attraverso la Taipei di oggi, vista attraverso gli occhi di più generazioni. Mad Bills to Pay di Joel Alfonso Vargas ci porta invece nel Bronx dove, tra cocktail venduti per strada e un piccolo appartamento, due adolescenti scoprono l’amore. Ma la dura realtà del quartiere li costringerà a crescere. Nino, esordio della regista Pauline Loquès, ha come protagonista appunto Nino il quale scopre che il suo mal di gola è in realtà un cancro e deve iniziare la chemioterapia. Tenterà di metabolizzare la notizia traumatica condividendola con gli altri tra leggerezza e malinconia. In Our Hero Balthazar di Oscar Boyson, troviamo il protagonista che per ottenere visibilità sui social, cavalca la denuncia della gun culture americana e si imbatte in un folle pronto a una strage.

California Schemin dell’attore britannico James McAvoy si ispira alla vicenda del duo rap scozzese Silibil N’ Brains. Nei primi anni 2000, nell’operaia Dundee, Gavin e Billy sognano di sfondare nell’hip-hop, ma con i loro forti accenti scozzesi nessuno li prende sul serio. In La Petite Cuisine de Mehdi di Amine Adjina Medhi ha due passioni: la cucina francese e la sua ragazza, Léa, francese purosangue. Lavorano entrambi in un bistrot parigino, dove Medhi fa lo chef, molto apprezzato. Ma Medhi vuole anche compiacere la mamma Fatima, davanti alla quale si finge un perfetto, ubbidiente figlio algerino. Infine, Queens of the Dead di Tina Romero ha come protagoniste delle drag queen che si esibiscono in un capannone di Brooklyn la notte in cui dilaga in città un’epidemia di zombie.


di Eugenio De Bartolis