venerdì 2 maggio 2025
A Marsala va in scena la storia di un’affinità elettiva. Il legame di amicizia e di stima tra il pittore Piero Guccione e lo scrittore Leonardo Sciascia è uno dei più significativi del Novecento. La relazione che lega i due grandi intellettuali siciliani, consolidatasi negli anni attraverso l’arte pittorica e il pensiero letterario, viene celebrata il 24 maggio al Convento del Carmine di Marsala, attraverso la mostra Piero Guccione-Leonardo Sciascia. Cronaca pittorica di una amicizia, a cura di Sergio Troisi. Prodotta dall’Ente Mostra di pittura contemporanea “Città di Marsala” e nata da un’idea dell’Archivio Piero Guccione, l’esposizione presenta al pubblico circa 50 opere di Guccione, tra dipinti a olio, pastelli e disegni provenienti da collezioni private di tutta Italia, introdotte dalle prefazioni scritte da Sciascia (1921-1989) per alcune mostre e pubblicazioni dell’artista negli anni Settanta e Ottanta. In questo contrappunto tra arte visiva e parola, proprio per documentare l’amicizia quasi ventennale tra i due intellettuali, trova spazio nel percorso anche una dozzina di lettere autografe, selezionate da un ampio e affascinante carteggio, composto da lettere, cartoline e biglietti.
Infine, l’esposizione, che resterà aperta fino al 19 ottobre, vuole rendere omaggio anche a Giuseppe Leone (1936-2024), il grande fotografo ragusano scomparso un anno fa e amico di Guccione e Sciascia. Sono esposti dieci scatti che ritraggono il paesaggio degli iblei, oggetto di una mostra alla galleria La Tavolozza di Palermo alla fine del 1984 dedicata al rapporto fra pittura e fotografia e suggerita proprio dallo scrittore di Racalmuto. Come scrive il curatore Troisi in una nota, Guccione – di cui quest’anno ricorre il 90° anniversario della nascita (1935-2018) – e Sciascia “condividevano molte cose, oltre che un temperamento schivo e un’indole taciturna: amicizie, in particolare con Giuseppe Leone, il grande fotografo ragusano scomparso di recente che fu l’artefice del loro incontro, città – Roma e soprattutto Parigi, frequentata e amata da entrambi – ovviamente la Sicilia, la sua controversa condizione storica così come il paesaggio che si dispiega da Agrigento all’altopiano ibleo, che Guccione e Sciascia attraversano in una direzione o nell’altra, e che spesso funge da fondale al loro sodalizio”. “Da una posizione refrattaria nei confronti dell’astrazione e in generale dello sperimentalismo delle avanguardie – spiega ancora Troisi – Sciascia guardava all’opera di Guccione come a un riferimento e a una occasione di verifica del proprio esercizio critico nell’ambito delle arti figurative, con una tensione tra rappresentazione e realtà che nel passato individuava in Antonello, in Caravaggio o anche in Pietro D’Asaro, il Monocolo di Racalmuto, alcuni esempi cruciali”.
(*) Nella foto di Giuseppe Leone sono ritratti lo scrittore Leonardo Sciascia e il pittore Piero Guccione
di Guglielmo Eckert